Chirurgia estetica da film

Titolo provocatorio o troppo veritiero?

Il cinema, sapiente strumento di racconto ed analisi della vicenda umana in corpo ed anima: per alcune opere enfatizza il trionfo meraviglioso di corpi e volti, per altre indaga sapientemente la particolarità dei sentimenti; una cosa certa è che il cinema mitizza il reale attraverso le vicende dei personaggi suggerendo una specifica chiave di lettura delle stesse, in pratica ci introduce nel sogno, ci porta un po' via dalla nostra realtà ma, nel contempo, imprime nella nostra memoria un ricordo durevole e significativo per l'intera esistenza, come avviene per alcuni libri che lasciano nell'anima un'impronta di consapevolezza preziosissima. Un film è sempre tratto da un'ideazione letteraria, pertanto è un “libro per immagini e suoni”, una semplificazione (non semplice da realizzare) di relazione con lo spettatore che se ne nutre senza sfogliare pagine. I volti, le espressioni, la voce, i corpi dei protagonisti, se sono affini al nostro gusto, entrano nel nostro mito. La cinematografia ha dunque da sempre un ruolo fondamentale nel creare modelli di bellezza che molti di noi desiderano ricreare assomigliando loro almeno un po' e questo non significa essere influenzabili o fragili piuttosto, forse, più sensibili ed attenti, sentimentali ed esteti.

Un bel film è bello quando ci piace. Cosi' per le persone. E dunque perché permettersi di criticare aspramente e con falsi moralismi il desiderio di essere migliori e più gradevoli, l'ambizione di correggere qualche difetto fisico grande o piccolo che sia visto che la bellezza, interiore ed esteriore, nutre l'autostima e rafforza il carattere? In chirurgia estetica non si operano mai correzioni per leggerezza, acconsentendo ad ogni richiesta, c'è un lungo lavoro di acquisizione tecnica e psicologica da parte degli specialisti che la praticano prima di saper ottenere risultati gradevoli, armoniosi, naturali e per nulla fuori gusto, sia per quanto riguarda gli interventi veri e propri, sia anche solo per quelle correzioni ambulatoriali ormai alla portata di tutti ed estremamente sicure come eliminare le rughe sgradite o rivalorizzare la freschezza e la luminosità del volto che appagano realmente la soddisfazione dei pazienti.

Un film interessante sul tema della Chirurgia Estetica è in uscita il 25 Settembre: “La pelle che abito” diretto da Pedro Almodovar tratto dal libro Tarantula (Einaudi); è la vicenda di un Chirurgo Plastico, Robert Lagard (Antonio Banderas) rimasto tragicamente solo dopo la morte della moglie e della figlia che ha una sola ossessiva ragione di vita: sperimentare su una cavia umana la pelle artificiale che ha creato. Rigorosamente proibito svelare altro di una trama ricca di esperimenti, amori, vendette, riflessioni bioetiche in cui sapientemente il regista gioca e propone archetipi ed argomenti riferiti alla bioetica in medicina con la considerazione dell'esasperante, negativa, manipolazione e mutazione del corpo, da sempre presente nelle trame del regista spagnolo che ha più volte raccontato di persone in un modo o nell'altro a disagio nella propria pelle come in un abito troppo stretto.

Mi viene una semplice considerazione conclusiva proprio perchè il mio lavoro è il Chirurgo plastico lasciandoVi alla lettura in merito delle parole del regista che condivido pienamente:

  • “E' essenziale sapere chi tu sia e saperti riconoscere con il passare del tempo. Il Dott. Lagard è volutamente e provocatoriamente un personaggio estremo, convinto di essere Dio perchè crea artificialmente la pelle, l'organo che più caratterizza e protegge la nostra identità, la quale però non può essere distrutta ne' sostituita. La scienza ci trasforma e ci migliora ma sarà sempre l'Arte a farci sopravvivere”.

Ed il Chirurgo Plastico lo sa bene, altrimenti è meglio che cambi professione.

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